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La lunga storia d’amore di Sigismondo e Isotta, fra attese, tradimenti e passione

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La lunga storia d’amore di Sigismondo e Isotta inizia nel 1445, quando lui, trasferitosi temporaneamente presso palazzo Roelli, in occasione dei lavori di ristrutturazione del suo castello, si affaccia alla finestra ed intravede una fanciulla, residente nella casa di fronte.

Questa dodicenne era nientedimeno che Isotta degli Atti, figlia di Francesco, ricco mercante dell’epoca, che in poco tempo ricambiò il suo interesse. Ma prima che i due si potessero sposare, di acqua sotto i ponti ne dovette passare parecchia.

Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini

Ritratto-di-Sigismondo-Malatesta

Definito da Ezra Pound “il miglior perdente della storia”, Sigismondo nasce da una famiglia nobile e rispettata, i Malatesta, ma muore isolato e decisamente più povero di quanto fosse stato.

Il futuro Signore di Rimini, infatti, nasce nel capoluogo romagnolo nel 1417 ed è figlio del potente Pandolfo III Malatesta e di Antonia Barignano, nobildonna lombarda, rimasta sempre nel ruolo di amante del grande condottiero. Un po’ come accadde all’inizio fra Sigismondo e Isotta, in cui l’amore poco potette fare contro gli interessi politici ed economici che governavano le vite dei nobili dell’epoca.

Sigismondo si mise subito in luce grazie al suo coraggio. A soli 18 anni, infatti, assunse il comando dell’esercito pontificio e nel 1429, alla morte del padre, divenne signore di Rimini, Fano e Senigallia.

Ed è in questo ruolo che incontra e si innamora di Isotta, la donna che ebbe la pazienza di attenderlo per anni e, per inciso, l’unica fra quelle che ebbero una relazione con il signore di Rimini a non fare una brutta fine.

Sigismondo, Isotta e le altre

Quando Sigismondo e Isotta convolarono a nozze, dopo una lunga relazione clandestina, il signore di Rimini si era già sposato due volte. La prima con Ginevra d’Este, che muore nel 1440 in circostanze misteriose. Il secondo matrimonio, sempre per ragioni politiche, è quello con Polissena, figlia illegittima di Francesco Sforza, duca di Milano, anch’ella deceduta fra polemiche e sospetti.

Nessuno può dire con certezza se le chiacchiere che girassero all’epoca e che valsero al signore di Rimini la scomunica di Pio II, fossero vere o meno, ma di certo la morte di entrambe le mogli, giovani e in buona salute, suscitò parecchi dubbi.

Oggi, la rivisitazione della vita di Sigismondo è decisamente più benevola e non si parla più di lui come uxoricida sanguinario, ma è indiscutibile che fino all’Ottocento si vociferava che Ginevra fosse stata uccisa con il veleno e Polissena mediante strangolamento.

Di sicuro, nessuno di questi pettegolezzi intimidì Sigismondo e Isotta, che decisero di avviare una relazione clandestina, mentre la seconda moglie del Signore di Rimini era ancora in vita.

La lunga attesa di Isotta

Isotta-degli-Atti

Se iniziando a leggere questo breve riassunto della storia di amore fra Sigismondo e Isotta ti sei fatto l’idea che le nozze fra i due dovettero attendere per via della giovane età della fanciulla, sei fuori strada. Siamo nel Rinascimento, e non è affatto inconsueto che le figlie delle famiglie nobili e facoltose fossero date in sposa anche intorno ai 13 o 14 anni di età, per promuovere alleanze ed assicurarsi protezione militare. Infatti, entrambe le mogli di Sigismondo avevano tra i 14 e 15 anni quando si sposarono con il Signore di Rimini.

No, in realtà i due dovettero pazientare parecchio perché, sebbene molto innamorati l’uno dell’altra, interessi superiori di ordine politico non gli permisero di coronare il loro sogno d’amore. Inoltre, quando Isotta e Sigismondo iniziarono la relazione, lui era ancora sposato con Polissena, quindi quando nel 1447 nacque il loro primo figlio Giovanni che morì in fasce, la giovane Isotta era ancora una semplice amante del rampollo di casa Malatesta.

Ma come sottolineano molti storici, la giovane era stata cresciuta per essere moglie e non amante e per questa ragione persevera, attende, pazienta nell’incertezza. D’altronde, perché mai il signore di Rimini dovrebbe sposarla? Lei non ha alcuna dote da portare, né alleanze strategiche da poter assicurare.

Sigismondo e Isotta si sposano

Invece, il matrimonio ci fu. Ma non prima di una lungo periodo in cui, all’indomani della morte di Polissena, la relazione rimase illegittima. Le ragioni sono facilmente intuibili: Isotta era la figlia di un mercante e non poteva rappresentare alcun vantaggio per il Signore di Rimini.

Eppure, un po’ per la pazienza della ragazza che non lo abbandonò mai, un po’ per l’animo romantico del giovane Malatesta, Sigismondo e Isotta finirono per sposarsi nel 1456 e proprio per il fatto che questo matrimonio non portava alcun vantaggio, è da presupporsi che fu un vero e proprio matrimonio d’amore.

A giudicare dalle date di nascita dei figli illegittimi da lui in seguito riconosciuti, il Signore di Rimini non fu un marito fedele, ma questo non impedì a Sigismondo e Isotta di restare insieme, a dispetto della malasorte che, da un certo momento in poi, rese difficile la vita dei due innamorati riminesi.

L’eredità della coppia

Insieme, Sigismondo e Isotta avranno due figlie, Margherita ed Antonia, che sposeranno due nobili condottieri e, soprattutto, rimarranno uniti nella buona e nelle cattiva sorte, attraversando con tenacia uno dei momenti più bui della storia di Rimini.

A dispetto della sua fama di uxoricida cinico e spietato, Sigismondo doveva possedere anche un animo nobile e un ottimo livello culturale, testimoniato dalle poesie traboccanti d’amore che scrive per la sua Isotta.

E se vuoi provare ad immaginare Sigismondo e Isotta mentre passeggiano innamorati mano nella mano, a Rimini puoi. Castel Sismondo, dove visse Isotta dopo la morte del marito, e il Tempio Malatestiano, dove i due protagonisti del Rinascimento riminese furono sepolti, sono infatti i luoghi dell’amore di questa incredibile coppia. Una coppia che ha saputo andare oltre pregiudizi ed interessi, riuscendo a vivere pienamente un amore che, oggi, apparirebbe decisamente scandaloso e del tutto fuori luogo.

Ornella Gribaldo
Ornella Gribaldo
Mamma e copywriter da 11 anni, affronto ogni giorno i miei gemelli e l'algoritmo di Google con la stessa determinazione e, soprattutto, con lo stesso entusiasmo. Amo trovare sempre lo stato d'animo più leggero e le parole che meglio di tutte le altre sappiano sprigionare la magia. Per il resto del tempo, sorrido e, quando posso, viaggio.

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